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Sezione “Difesa dalle malattie” - volume secondo - pag. 193-200
Autori: G. Giuliani, M. Mucci, C. Tomasi
Un basso potenziale ascosporico in campo è la condizione di base per una corretta pianificazione della strategia di difesa contro la ticchiolatura del melo. La rimozione dei residui vegetali, l'impiego di urea e la calce dolomitica rappresentano le soluzioni riconosciute come valide per la riduzione dell'inoculo. È stato allestito un esperimento con l'utilizzo di lettiere artificiali di foglie infette da ticchiolatura, per sperimentare l'efficacia di prodotti alternativi. La prova, durata tre anni, svolta nel periodo da dicembre a maggio, ha confrontato una tesi non trattata, il Remedier®, formulato a base di Trichoderma spp., l'urea, fertilizzante inorganico, e il siero di latte, ammendante organico. Le lettiere trattate rispettivamente con urea in autunno, con Remedier in primavera e con siero di latte ad autunno e primavera, hanno consentito di diminuire la produzione di spore in riferimento al non trattato. La riduzione, valore medio di due anni, è stata di circa il 60% per l'urea, del 50% per l'agente di biocontrollo e del 40% per il siero di latte. In particolare la strategia d'impiego di Remedier se ulteriormente indagata, potrebbe essere implementata con maggiori probabilità di successo, soprattutto in agricoltura biologica, dove non è possibile intervenire nella gestione dell'inoculo di ticchiolatura se non mediante onerose operazioni di tipo meccanico o l'utilizzo della calce.Parole chiave: ticchiolatura del melo, inoculo, Trichoderma, urea, siero di latte
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