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Giornate Fitopatologiche 1986

Riva del Garda 24-27 marzo 1986

Aspetti dell'impiego del Benalaxil nel suolo contro microrganismi fungini terricoli. II - Studio della persistenza d'attività .

Capitolo “Lotta contro funghi e batteri” - volume secondo - pag. 429-436

Autori: P. Flori, G. Malucelli, D. Pancaldi, P. Tentoni

alla luce delle indicazioni emerse in prove precedenti sull'adsorbimeto e rilascio del benalaxyl nel terreno, si è studiata la persistenza d'attività  del fungicida in un suolo sabbioso.limoso. Le prve biologiche, condotte con Pythium Ultimum Trow., hanno evidenziato come ad un giorno dal trattamento il fungicida protegga in modo incompleto le piante daglisabbia attacchi del fungo (grado di protezione del 77-79%) riducendo progressivamente la sua azione nel tempo.
L'azione del fitofarmaco risulta più elevata nella miscela terreno/sabbia (Tab.2) dove ad un giorno dal trattamento si riscontra un grado d'azione del 90-91% rispetto ad un 77-79% manifestato sul terreno tal quale. la perdita di efficacia nel tempo avviene in questo caso molto pi๠lentamente e con livelli di protezione pi๠elevati che non nel terreno originale.
b) Traslocazione delle piante.
Le prove condotte sul terreno non mostrano alcuna traslocazione del benalaxyl nelle piante (tab.3), o per lo meno non in quantità  apprezzabile; analogo esito offre il riscontro effettuato alla concentrazione di 0,5 µg/ml sulla coltura allevata in soluzione acquosa. Questo controllo, che conferma gli esiti delle prove di traslocazione dal suolo, si giustifica con il fatto che nella ripartizione del terreno (Flori et al. 1986) solo 0,42 ppmn di benalaxyl sono presenti nella soluzione circolante e quindi disponibili per la pianta.
Diverso risulta il comportamento del fungicida ad una ipotetica concentrazione della soluzione circolante di 2 µg/ml (Tab. 3); si osserva in questo caso un rapido accumulo del principio attivo nelle radici e nel colletto delle piante, mentre su fusto e foglie la translocazione è pi๠lenta nel tempo ed a livelli quantitativamente inferiori(Fig.1).

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